Peptidi: la nuova frontiera bioattiva per la bellezza naturale

La continua ricerca di ingredienti più bioattivi e biocompatibili ha portato i peptidi cosmetici all’affermazione come strumenti potenti e innovativi per la cura della pelle, dato che offrono soluzioni per una varietà di problemi cutanei.
L’utilizzo “principe” dei peptidi in cosmetica è la prevenzione dell’invecchiamento della pelle, sia dovuto a fattori intrinseci, come la naturale degradazione della matrice del collagene e dell’elastina, che estrinseci, come l’invecchiamento causato dai raggi UV.
Le meccaniche di questa azione sono estremamente variabili, dalla generazione di collagene all’inibizione delle metalloproteasi, da effetti antiossidanti ed antiinfiammatori alla soppressione di elastasi e ialuronidasi o dei neurotrasmettitori legati ai micromovimenti muscolari involontari (ipercinesia) dello strato subcutaneo che contribuiscono alla formazione delle rughe.
Recenti ricerche hanno scoperto inoltre che alcuni peptidi possiedono proprietà cicatrizzanti e di rigenerazione tissutale. Altri peptidi sono impiegati come antimicrobici, per alleviare o rimuovere le macchie cutanee o, nel caso dei lipopeptidi, come surfattanti.
Impiego dei peptidi nella cosmetica moderna
I peptidi sono impiegati, in cosmetica e soprattutto in cosmeceutica, con un’ampia gamma di funzioni:
- dal trasporto,
- alla segnalazione,
- all’inibizione di neurotrasmettitori o enzimi.
Questi peptidi, tuttavia, presentano anche dei difetti, il maggiore dei quali è la bassa capacità di penetrazione di membrana e, conseguentemente, la scarsa biodisponibilità. Inoltre, i peptidi non sono particolarmente stabili, anche se esistono modalità per incrementare entrambi questi fattori. Un ulteriore problema dei peptidi è la possibilità di reazioni allergiche. In Europa l'uso dei peptidi nei cosmetici è controllato dal Regolamento (CE) n. 1223/2009 e dai suoi successivi aggiornamenti ed integrazioni.
Concludendo, l’uso dei peptidi in cosmetica e cosmeceutica è molto promettente, nonostante i difetti che questi presentano, ed il numero di campi in cui possono trovare applicazioni è in costante crescita. La possibilità di ricavare questi peptidi da fonti naturali, quali piante, alghe e altri organismi marini, invece di produrli sinteticamente, è anch’essa di sicuro interesse. In particolare, gli idrolisati derivati da piante e microalghe, se successivamente purificati, possono avere diverse applicazioni.
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