Come valutare e gestire i siti potenzialmente contaminati?

Tecnico ambientale in tuta protettiva e guanti che preleva campioni d’acqua da un fiume o lago per analisi di contaminanti, immagine simbolo dell’articolo dedicato a come valutare e gestire i siti potenzialmente contaminati  per la business unit EHS di Lifeanalytics

Il punto di partenza è una definizione spesso equivocata di “sito potenzialmente contaminato” ovvero un sito è considerato potenzialmente contaminato quando le concentrazioni di inquinanti nel suolo, sottosuolo o falda superano i valori di soglia chiamati CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione).
Questo non significa automaticamente che esista un rischio per la salute e per l’ambiente: il superamento delle CSC, le cui cause possono essere molteplici: attività industriali, smaltimenti impropri, incidenti, contaminazioni storiche etc., indica solo che occorre procedere con i relativi approfondimenti tecnici.

Una volta accertato il superamento delle CSC, il processo procede con l’individuazione della sorgente contaminante, la valutazione dell’estensione e della profondità e l’analisi delle caratteristiche del sito.

La distinzione vera e propria tra sito potenzialmente contaminato e sito contaminato avviene solamente dopo l’Analisi di Rischio sito-specifica, che consente di stabilire le CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio).
Solo se le concentrazioni effettive sono superiori alle CSR siamo in presenza di un sito contaminato che necessita di interventi di bonifica o messa in sicurezza.
La valutazione del rischio è l’elemento che permette interventi mirati, evitando:

  • bonifiche sovradimensionate e costose
  • sottostime che mettono a rischio ambiente e salute
  • conflitti con gli enti di controllo


Si basa su modelli riconosciuti, tra cui RBCA, MODFLOW e sistemi GIS per rappresentazioni spaziali.
La qualità dei dati è cruciale: un modello è affidabile solo se lo sono anche i parametri di input.

Il Decreto Legislativo 152/2006 disciplina la materia nella Parte IV, Titolo V del Testo Unico Ambiente ma per alcuni casi, soprattutto agricoli, si può fare riferimento anche al DM 46/2019, quando le produzioni sono destinate al consumo umano.

Gestire correttamente un sito contaminato non è solo un obbligo: può diventare un’opportunità.
La normativa infatti prevede:

  • crediti d’imposta fino al 50% delle spese di bonifica
  • contributi e bandi pubblici per riqualificazione e rigenerazione urbana
  • procedure autorizzative semplificate per specifici interventi


Le tecniche di bonifica ambientale possono essere suddivise in diverse categorie, ciascuna con caratteristiche, vantaggi e limiti specifici.
Un primo approccio è rappresentato dalle bonifiche biologiche che utilizzano microrganismi capaci di degradare gli inquinanti. Si tratta di soluzioni sostenibili, applicabili sia direttamente sul sito contaminato sia in impianti esterni. Tuttavia, richiedono tempi piuttosto lunghi e la loro efficacia dipende fortemente dalle condizioni ambientali, come temperatura, umidità e caratteristiche del suolo.

Un’altra famiglia di interventi è quella delle bonifiche termiche, basate sull’impiego del calore per volatilizzare o distruggere i contaminanti organici come ad esempio attraverso il termodesorbimento. Queste tecniche sono generalmente molto rapide ed efficaci, ma comportano costi elevati e un notevole consumo energetico.

Infine, esistono le tecniche di contenimento, che prevedono l’installazione di barriere fisiche, sistemi di capping o opere di confinamento per impedire che gli inquinanti si diffondano nell’ambiente. Offrono una protezione immediata, ma non eliminano la contaminazione alla fonte e richiedono una manutenzione costante nel tempo.

La gestione dei siti contaminati richiede competenze tecniche, analitiche, normative e progettuali e la scelta della tecnica più adatta dipende dal tipo di contaminazione, dalle caratteristiche del sito e dagli obiettivi dell’intervento di risanamento.
L’integrazione combinata tra caratterizzazione, valutazione del rischio e tecniche di bonifica consente di ottimizzare i costi, dialogare più efficacemente con gli enti, garantire decisioni basate su evidenze scientifiche tutelando al meglio ambiente e salute umana.

Affidati ai nostri consulenti, ti supporteranno lungo tutto il percorso: dalla consulenza normativa alla caratterizzazione fino alla progettazione degli interventi.

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Siti contaminati,
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