Microplastiche: un tema attuale e in evoluzione. Studio e focus su microplastiche e processo cartario

Immagine che rappresenta la vista aerea dell'impianto di trattamento delle acque reflue su cui Lifeanalytics ha condotto uno studio sulla presenza di microplastiche

Il tema delle Microplastiche è sempre più attuale, di fatto, la loro enorme eterogeneità e la lunghezza dei tempi di degradazione ne hanno permesso una loro ampia diffusione nell’ambiente. 

Le microplastiche sono componenti plastiche di piccole dimensioni, inferiori a 5 mm, che non si degradano ma si accumulano, e quindi se non smaltite o riciclate correttamente possono creare un danno all’ambiente. Si tratta di inquinanti ubiquitari resistenti alla biodegradazione e il tema della loro gestione è sempre più rilevante. Le microplastiche sono particelle di plastica solide composte a volta anche da miscele di polimeri e additivi funzionali e possono contenere anche impurezze residue. 

La loro formazione può avvenire accidentalmente quando pezzi di polimeri più grandi, quali pneumatici di automobili o tessuti sintetici, si usurano, ma sono anche fabbricate e aggiunte intenzionalmente a determinati prodotti per uno scopo specifico, ad esempio come granuli esfolianti negli omonimi preparati per il corpo e per il viso. Sappiamo da studi di letteratura che le microplastiche sono presenti anche negli alimenti ed inoltre è possibile rilevare microplastiche nei simulanti alimentari utilizzati comunemente nel mondo materiali a contatto con alimenti. 

Il quadro normativo 

Nel 2017 la Commissione europea ha chiesto ad Echa, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche, di effettuare indagini scientifiche e approfondite al fine di giungere a una normativa di riferimento in ambito microplastiche, nel 2019 l'ECHA ha proposto infatti un'ampia restrizione delle stesse e dopo alcuni anni nell’ottobre 2023 è arrivato un aggiornamento rilevante con la pubblicazione del Regolamento 2055/2023 recante modifica dell’allegato XVII del Regolamento (CE) n. 1907/2006 sulla la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH) per quanto riguarda le Microparticelle di Polimeri Sintetici.

In questo contesto è fondamentale anticipare quelle che saranno le direzioni che dovremmo seguire e i metodi che verranno utilizzati per quanto riguarda la rilevazione e quantificazione delle microplastiche in acque potabili, acque di scarico o anche nelle diverse matrici alimentari.

Come si inserisce questo tema nel processo cartario? 

Lifeanalytics, con il lavoro di una delle strutture dedicate al Product Safety, Ecol Studio, da tempo sta approfondendo l’argomento e nello specifico ha condotto uno studio su scala di laboratorio di acque di cartiera: il progetto si è svolto in diverse fasi operative che hanno avuto inizio con un campionamento mirato delle acque: 3 punti di prelievo, 3 aliquote per prelievo, 1 settimana di monitoraggio.

I nostri tecnici hanno prelevato in una prima fase acqua fresca in ingresso (di fiume), a seguire acqua in uscita dal processo (acqua in ingresso al trattamento acque) ed infine acqua in uscita dal depuratore (acqua di scarico in acque superficiali) per studiare l’eventuale apporto di microplastiche nel processo.

Nel periodo dello studio l’azienda partner ha prodotto un unico tipo di carta come prodotto finito. Nella preparazione del campione le particelle sono state isolate per filtrazione; la scelta del filtro è importante per la successiva analisi spettroscopica, deve consentire l’analisi diretta senza interferenze.

I dati dimostrano che molto spesso su più di mille particelle presenti in entrata in acqua di fiume solo un esiguo numero sono poi effettivamente costituite da plastica. Lo studio ha previsto l’analisi della presenza delle microplastiche in entrata quindi, in uscita dal processo e in uscita dal sistema di trattamento e sono stati rilevati dati analitici che sembrano indicare l’ipotesi che il processo di trattamento acque sia efficace in quel contesto e che rimetta in circolo nell’ambiente un numero addirittura minore di microplastiche di quello presente nell’acqua di ingresso. 

 

Immagine che rappresenta lo strumento Raman per effettuare analisi microplastiche

L’analisi del tipo di particella (tipo di polimero) nonché del colore, forma e dimensioni può dare informazioni rilevanti per identificare la fonte e la causa della presenza di microplastiche; per questo è importante usare tecniche all’avanguardia come le nostre: Micro FT-IR e Microscopia RAMAN che permettono non solo la conta ma anche una precisa caratterizzazione in termini di natura polimerica e dimensione.


 

Immagine che rappresenta i risultati ottenuti dello strumento Microscopia FT-IR per individuare la caratterizzazione di natura polimerica delle microplasticheche

In questo scenario possiamo offrire un servizio specializzato su analisi, consulenza e aggiornamento normativo sulle microplastiche in acque potabili, di processo, di scarico, fanghi, cosmetici, packaging, alimenti e nei simulanti alimentari con un’attenzione specializzata all’industria cartaria per offrire ai suoi partner i mezzi per realizzare prodotti sicuri, conformi e sostenibili. 

 

 

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