Microplastiche nei cosmetici: normativa, analisi e impatti ambientali

Le microplastiche sono diventate un tema centrale nel dibattito sulla sostenibilità ambientale, soprattutto nel settore cosmetico. Queste particelle, di dimensioni inferiori a 5 mm, sono spesso presenti in prodotti di uso quotidiano come esfolianti, creme e make-up, dove vengono impiegate per migliorare texture e performance. Tuttavia, la loro persistenza nell'ambiente e la potenziale tossicità hanno sollevato preoccupazioni significative.

Cosa sono le microplastiche e perché sono un problema?
Le microplastiche si suddividono in due categorie principali:
- Microplastiche primarie: intenzionalmente aggiunte ai prodotti per specifiche funzioni, come esfolianti o agenti filmogeni.
- Microplastiche secondarie: derivanti dalla degradazione di materiali plastici più grandi, come l'usura dei tessuti sintetici o dei pneumatici.
Una volta rilasciate nell'ambiente, queste particelle non si degradano facilmente e possono accumularsi negli organismi viventi, entrando nella catena alimentare e potenzialmente causando effetti tossici. Diversi studi hanno rilevato la presenza di microplastiche in ecosistemi marini, acque potabili e persino in alimenti di consumo quotidiano.
Il Regolamento Europeo 2023/2055: Cosa cambia?
Per affrontare questa problematica, la Commissione Europea ha introdotto il Regolamento (UE) 2023/2055, che modifica l'Allegato XVII del Regolamento REACH. Questo nuovo regolamento impone restrizioni sull'uso di microplastiche intenzionalmente aggiunte ai prodotti, con l'obiettivo di ridurre l'inquinamento ambientale. Le principali disposizioni includono:
- Divieto di immissione sul mercato di prodotti contenenti microplastiche intenzionalmente aggiunte, a partire da date specifiche in base alla categoria di prodotto.
- Definizione precisa di microplastica come particella solida di polimero sintetico con dimensioni inferiori a 5 mm.
- Esenzioni per alcune categorie di polimeri, come quelli naturali non modificati chimicamente o quelli biodegradabili secondo criteri specifici.
Per i prodotti cosmetici, sono previsti periodi transitori che variano in base alla tipologia: prodotti da risciacquo avranno restrizioni in vigore da ottobre 2027, detergenti e cere da ottobre 2028, lozioni e creme leave-on da ottobre 2029 e infine make-up, prodotti per labbra e unghie avranno la richiesta di conformità entro ottobre 2035.
Analisi e metodologie per la rilevazione delle microplastiche
La determinazione della presenza di microplastiche nei prodotti cosmetici è una sfida analitica, data la complessità delle matrici e le dimensioni ridotte delle particelle. Attualmente non esistono metodi ufficiali standardizzati per i cosmetici, ma sono in fase di sviluppo protocolli specifici. Le tecniche analitiche più utilizzate includono: spettroscopia FTIR (Fourier Transform Infrared per l'identificazione chimica delle particelle), spettroscopia Raman (particolarmente utile per particelle di dimensioni inferiori a 10 micron), microscopia elettronica (SEM per l'analisi morfologica e dimensionale delle particelle). È fondamentale eseguire un adeguato pretrattamento dei campioni per isolare le microplastiche dalla matrice cosmetica, evitando contaminazioni esterne e garantendo l'accuratezza dei risultati.
Implicazioni per l'Industria Cosmetica
L'entrata in vigore del Regolamento (UE) 2023/2055 rappresenta una sfida significativa per l'industria cosmetica, che dovrà adeguare le proprie formulazioni per eliminare le microplastiche intenzionalmente aggiunte.
Questo comporta la ricerca di alternative sostenibili e l'implementazione di nuovi processi produttivi.
Vuoi sapere di più e approfondire l’argomento con i nostri esperti? scarica la nostra pubblicazione dedicata al tema delle microplastiche
Business unit:
Cosmetic & Medical Device
Tag
Cosmetic & Medical Device,
Microplastiche nei cosmetici,
Regolamento UE 2023/2055,
Sostenibilità ambientale,
Analisi microplastiche,
Cosmetici senza microplastiche