Gestione degli odori: cosa cambia con il MASE 2023?
La gestione degli odori è da sempre un tema sensibile nel campo della tutela ambientale e della qualità della vita, specialmente nelle aree industriali o in prossimità di impianti produttivi.
Tuttavia, solo negli ultimi anni si è iniziato a normare la valutazione e la mitigazione delle emissioni odorigene: un passo decisivo in questa direzione è stato il decreto direttoriale del MASE del 2023, che introduce criteri tecnici e linee guida unificate per tutto il territorio nazionale.
Fino a poco tempo fa, la gestione degli odori era disciplinata solo a livello regionale, con approcci molto differenti da una zona all’altra. La Regione Lombardia è stata pioniera nel definire regole e metodologie per la valutazione dell’impatto olfattivo, seguita da altre regioni come Veneto, Liguria e Trentino ma, questa frammentazione normativa, ha però creato disomogeneità e difficoltà applicative.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha quindi emanato nel 2023 un decreto direttoriale che recepisce e armonizza le esperienze regionali, fornendo un riferimento tecnico nazionale per la gestione degli odori.
Il decreto MASE 2023 rappresenta una vera svolta nel settore perché:
- Definisce gli impianti e le attività con potenziale impatto odorigeno, fornendo una tabella indicativa di riferimento.
- Stabilisce tre livelli di procedura per la valutazione delle emissioni odorigene:
- Relazione di ricognizione (per rinnovi senza modifiche peggiorative);
- Procedura semplificata (valutazione di base delle sorgenti emissive e del territorio);
- Procedura estesa (inclusione di modelli di dispersione in atmosfera e mappe di impatto).
- Introduce criteri di accettabilità dell’impatto olfattivo al ricettore sensibile, spostando l’attenzione dalle sole emissioni alle immissioni effettivamente percepite sul territorio.
- Promuove il monitoraggio continuo delle sorgenti di odore, in analogia a quanto avviene per altri inquinanti atmosferici.
- Chiarisce la distinzione tra emissioni (ciò che esce dall’impianto) e immissioni (ciò che viene percepito nell’ambiente circostante).
Per la prima volta, inoltre, il decreto fornisce anche i criteri numerici di accettabilità basati sulle concentrazioni di odore inserendo i relativi valori di riferimento e riconosce l’importanza dell’utilizzo di metodi sensoriali e strumentali differenti come l’Olfattometria dinamica, l’Odor field inspection o i Nasi elettronici (IOMS): l’utilizzo combinato di più approcci consente di ottenere un quadro completo, integrando dati predittivi e osservazioni reali.
Un altro elemento chiave introdotto dal decreto MASE 2023 è la raccomandazione di adottare un piano di gestione degli odori.
Questo documento, già previsto in alcune normative regionali come quella ligure, deve contenere:
- l’identificazione delle sorgenti odorigene;
- le misure tecniche e gestionali adottate per ridurre le emissioni;
- i programmi di monitoraggio e i protocolli di intervento in caso di segnalazioni;
- le modalità di comunicazione con le autorità e con la cittadinanza.
Un piano ben strutturato non solo agevola le procedure autorizzative, ma contribuisce a migliorare il rapporto con il territorio e a prevenire conflitti ambientali.
La gestione degli odori non è più solo una questione di percezione soggettiva: grazie al decreto MASE 2023 diventa una parte integrante della valutazione ambientale, con strumenti tecnici, limiti misurabili e responsabilità chiare.
Per i professionisti del settore ambientale, ciò significa un cambiamento importante nella gestione autorizzativa, nella modellistica e nella comunicazione con gli enti di controllo.
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