Negli ultimi anni, le necessità del mercato di avere sempre più materiali e trattamenti che conferiscono proprietà antimicrobiche, si è impennata. Non solo in ambito sanitario (anche come conseguenza del periodo di emergenza) , ma anche in ambito domestico: plastiche, tessuti, vernici, carta, cuoio e fibre antibatteriche hanno avuto un aumento delle richieste. Fondamentali quindi per questo le analisi per testare i materiali da batteri, funghi, muffe e lieviti sotto il profilo biocida e del biodeterioramento.
I test consistono nel sottoporre un campione a contaminazione in condizioni controllate verificandone poi l’effetto microbicida, la variazione delle sue proprietà chimiche e fisiche, sia dirette che indirette e la sua capacità di resistenza.
L’interferenza con le funzioni metaboliche dei batteri e con la loro proliferazione è ciò che si definisce come proprietà antibatterica per i materiali. Nello specifico, la maggior parte degli agenti antibatterici agisce sulla membrana cellulare.
Durante i test, si verifica la mortalità microbica contaminando i materiali con ceppi sia Gram positivi che Gram negativi. Grazie a queste prove si può capire se un antibatterico è efficace ad ampio spettro.
I laboratori del gruppo Lifeanalytics conducono analisi secondo le più importanti norme tecniche (ISO, ASTM, AATCC) per testare e valutare le proprietà antimicrobiche e secondo il Regolamento UE 528/2012 (nello specifico nell’articolo 58). 3A Laboratori – Gruppo Lifeanalytics è il laboratorio specializzato nelle analisi dei materiali con parametri Reach-Rohs, accreditato ACCREDIA (n° 1165L) dal Febbraio 2011 e approvato da ZDHC come indicatori di livello 1 per la conformità alla MRSL dei prodotti chimici per il tessile e la concia.
I test antimicrobici per i materiali tessili possono essere sia di tipo qualitativo (solitamente per evidenziare proprietà batteriostatiche) che quantitativo, che dimostrino chiaramente l’attività antibatterica in contrasto con un controllo non trattato con biocidi. Una valutazione quantitativa inoltre può risultare utile per determinare con maggior consapevolezza l’uso del materiale tessile trattato.
È quindi calcolabile la percentuale di riduzione del numero di batteri (ATCC100) o un valore di attività antibatterica definito A (EN ISO 20743).
Le norme specificano diversi metodi per determinare la resistenza dei tessili all’azione di batteri e microfunghi. I risultati sono valutati tramite esame visivo e con misurazioni delle proprietà fisiche dei tessili.
Considerando che l’efficacia di un additivo antibatterico incorporato nel materiale di prova si calcola paragonando il campione additivato e quello non, il test non è applicabile.
Ci sono molteplici artefatti che potrebbero spiegare un risultato nullo come questo: per esempio la saturazione del microambiente in cui si svolge la prova con composti volatili tossici ai batteri nelle condizioni di prova.
L’effetto batteriostatico non viene valutato con questa prova.
Un materiale antibatterico può essere considerato tale solo se è efficace sia per i batteri Gram (+), sia per i Gram (-). Quindi, bisogna considerare il valore peggiore, altrimenti occorre specificare che l’attività è limitata.
Non è possibile: le varie prove hanno tra di loro tempi diversi (per quella batteriostatica i tempi sono di 4 o più settimane di attesa, mentre i risultati dell’analisi dell’antibatterico vengono forniti dopo 15 giorni dall’inizio del test).
La prima (ISO 22196) è dedicata alle attività antibatteriche, nello specifico valuta l’efficacia di un agente biocida incorporato nel materiale o come trattamento superficiale.
La seconda (ISO 846) valuta la resistenza al deterioramento ad opera di batteri e funghi del materiale.
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